martedì 11 dicembre 2007

conferme e chiarimenti su verbalizzazioni ed esami

confermo tutto ciò che è indicato nel post precedente (verbalizzazione) e lo risentitizzo con chiarimenti sulle modalità:
VERBALIZZAZIONE (conferma della votazione ottenuta con i test) sia per la Laurea magistrale - scienze dell'educazione - sia per servizio sociale (a.a. 2007-08): 18 dicembre, ore 16.00;
RECUPERO (orale) per TUTTI i "vecchi" studenti degli anni precedenti al 2007-08 di tutti i miei insegnamenti (sociale, lavoro, clinica. gruppi, ecc.) per i diversi c.d.l.: 18 dicembre,ore 10.00
SESSIONE DI GENNAIO: esame orale per TUTTI quanti gli altri (i "vecchi" studenti che non hanno fruito del RECUPERO del 18.12.07 e i "nuovi" - 2007-08 - che non hanno superato il test di quest'anno: gennaio 2008 (informarsi in facoltà).

per evitare equivoci, quanti sosterranno il colloquio orale sono invitati a presentarsi all'esame con i propri testi di studio (no fotocopie) affinchè sia possibile - nell'interesse dello studente - evincere il "grado di copertura" del programma e gli argomenti approfonditi.
sperando che non ci siano dubbi ulteriori.

martedì 27 novembre 2007

verbalizzazione dell'esito corsuale


Ai fini della verbalizzazione - sia per Servizio sociale sia per Scienze dell'educazione - la prima data utile è il giorno 18 dicembre alle ore 16.00 in via Mazzaroppi (non mi chiedete piano ed aula!).
non c'è bisogno di prenotazione, armatevi solo di pazienza perchè siete tanti e ci vuole un po' di tempo per verificare i vostri dati e trascrivere su camicia.

chi per qualsiasi ragione non potrà esserci non si allarmi inutilmente: potrà ottenere la verbalizzazione in qualsiasi data successiva a calendario (entro l'anno accademico 2007/08). Anche in tal caso non ci sarà bisogno della prenotazione, basterà presentarsi in seduta d'esami.

coloro che devono invece sostenere l'esame orale (scritto non superato) o vogliono migliorarsi, possono prevedere che la prima seduta d'esame loro dedicata è prevista in corrispondenza della finestra d'esami di gennaio 2008 (informarsi in facoltà).

venerdì 23 novembre 2007

nota sugli esiti



avendo già detto che sono lieto per tutti quelli che ce l'hanno fatta, vi invito ad evitare di celebrare con troppa enfasi il vostro buon esito per non stizzire troppo quelli che non ce l'hanno fatta (pochi, tutto sommato) e per non scadere nei confronti e in malevolenze (ne ho registrate troppe tra di voi, su questo blog).
dico questo anche a proposito degli approfondimenti richiestimi da alcuni sulle scale di valutazione. I correttivi apportati alla scala sono TUTTI a vostro favore (di TUTTI quelli che hanno superato la prova, naturalmente). Quelli che non l'hanno superata - da parte loro - non credo possano pensare che li abbia danneggiati per sadismo (ma la mia credenza non impedisce loro di pensarlo!). La verità è che non era proprio possibile adottare criteri salvifici per tutti. Inevitabile che ci sia un impercettibile transito tra "superato" e "non superato" quello che intercorre tra il primo dei dannati e dei beati (li separa "solo" una misera, fottutissima risposta sbagliata, eppure gli effetti sono così pesanti). E' inevitabile ma non è facile accettarlo. Vi ricordo che ciò vi dovrebbe ricordare qualcosa: l'atto del categorizzare ed il processo della differenziazione categoriale (ovvero il bisogno di SEPARARE in modo NETTO le categorie promossi e bocciati) per cui si è intolleranti all'ambiguità o alle differenze impercettibili. Ma a ciò consegue anche la difficoltà ad accogliere differenze all'interno della singola categoria (e così andate a notare le "differenze" intracategoriali (tra i promossi). Invece le differenze ci sono, sempre!
dunque, non vi accanite troppo con i calcoli: ricordate tutti che l'effetto Klee-Kandinskij è SEMPRE in agguato (favoritismo sistematico!). Ed adesso - se non ve ne foste resi conto - ciascuno di voi è parte di un gruppo-minimo, conseguente al test; anche perchè i "ventiquattro" o i "ventisette", attenzione, sono etichette!
Siate lieti e saggi!

a proposito di questo aspetto ampiamente trattato nel corso, compare fresca fresca (!) questa notizia dche conferma l'ipotesi del vantaggio relativo.


Infine: a quelli che non ce l'hanno fatta toccherà l'orale, spiace anche a me.
Verrete con il manuale e così mi farò un'idea delle cose che avrete studiato, privilegiando per le domande proprio gli argomenti del programma che voi mi segnalerete come approfonditi.
se avrete problemi di comprensione e contenuto del libro sarò sempre disponibile ad aiutarvi presso lo studio 406.
se poi vi preannunciate con una mail, così vi fisso un appuntamento, ve ne sarò grato.

per quanti, invece, ritengono di volersi meritare un voto migliore: se pensate di migliorarvi io sono contento, ma il miglioramento deve essere sostanziale. Potete rinunciare al giudizio di cui disponete e presentarvi all'orale (prenotandovi). In tal caso, valgono le stesse indicazioni fornite ai colleghi che non hanno superato il test (capoverso precedente). Può essere utile - per voi - dichiarare ad inizio del colloquio il voto a cui rinunciate.

i programmi per Scienze dell'educazione e per servizio sociale sono ovviamente disponibili sulla Guida e reperibili on line attraverso Unicas.

una volta per tutte: le verbalizzazioni si effettuano in data d'esame (qualsiasi sessione entro l'anno accademico).

per date di esami, aula, orari e cose del genere, invece, rivolgetevi in facoltà.

giovedì 22 novembre 2007

esiti finali per servizio sociale

i criteri applicati sono gli stessi di scienze dell'educazione: potete riferirvi a quanto detto nella presentazione degli esiti finali del post precedente
comunque - come potete vedere - la maggior parte ha tratto vantaggio dal sistema di valutazione (raffronto tra seconda e prima prova) e, in particolare dai criteri specifici di valorizzazione delle vostre migliori performances!
sono contento di questo per voi e per me.
a presto.

abballe eleonora - - 46 23 23
altieri marialetizia 34 20 54 28 28
amore rossella 44 27 48 25 26
anelli alessandra 29 n.s 42 22 22
angelone rosario 27 n.s 34 18 18
baldassini martina 41 25 45 23 24
barletta serena - - 21 n.s Non sup
biasi anna 38 23 52 26 26
bonanni angela - - 49 25 25
bonifazio rocco - - 41 21 21
boris federica 31 18 47 24 24
bottoni elisa - - 38 20 20
bovi francesca 34 20 38 20 20
bovi serenella 29 n.s - - Non sup
bracaglia valentina 27 n.s 52 26 26
buonomo mariaadelina 38 23 39 20 21
caiazza anna 30 n.s 48 25 25
caprarelli andrea 35 21 42 22 22
capraro gabriella 34 20 24 n.s Non sup
caputo roberta 26 n.s 31 18 18
carangelo luicia 31 18 36 19 19
carcillo loredana 28 n.s - - Non sup
carlino luca 41 25 53 27 27
cassese rosa 24 n.s - - Non sup
cavicchia anna 31 18 31 18 18
cenci ramona 25 n.s - - Non sup
centofante valentina 40 24 47 24 24
cerullo sara 29 n.s 40 20 20
cocco angela 42 25 51 26 26
comparelli valeria - - 39 20 20
conetta simona 39 23 47 24 24
conti giordano - - 48 25 25
cortese maddalena - - 37 19 19
cristiano filomena 19 n.s 41 21 21
croce luca 33 20 35 18 19
crolla silvia 47 29 57 29 30*
cupini valentina 30 n.s 53 27 27
d'addio antonietta 41 25 46 23 24
d'alessandro simona 31 18 34 18 18
d'alessandro carla 29 n.s - - Non sup
d'arezzo lucia 20 n.s 37 19 19
darini lorena 30 n.s 33 18 18
de lucia mario 28 n.s 50 26 26
de nunzio maurizio - - 46 23 23
de robbio alessandro 29 n.s - - Non sup
de robbio giovanna 25 n.s - - Non sup
de simone gennaro 28 n.s - - Non sup
de tora pina 35 21 46 23 23
del monaco andrea 32 19 40 20 20
del sesto antonio 13 n.s - - Non sup
della posta rita 38 23 49 25 25
desiosi veronica 32 19 53 27 27
di caprio alfiera 41 25 46 23 24
di ciuccio giovanna 37 22 46 23 23
di domenico roberto 38 23 55 28 28
di fede veronica 34 20 48 25 25
di murro stefania 31 18 38 20 20
di nardo eleonora 29 n.s 44 23 23
di nuccio pasqualina 38 23 39 20 21
di pietro angela 32 19 29 n.s Non sup
di puorto maurizio 24 n.s 48 25 25
di rauso ada 32 19 32 18 19
di russo martina 40 24 52 26 26
di russo federica 35 21 41 21 21
di salvo roberta - - 37 19 19
di schino francesc 29 n.s - - Non sup
di veglia anna 36 22 40 20 21
diana giuseppe 27 n.s 31 18 18
diana rita 24 n.s 44 23 23
donatiello giuliano - - 47 24 24
esposito miriam 29 n.s 41 21 21
esposito lucia - - 29 n.s Non sup
evangelista chiara 33 20 43 22 22
falco lara 28 n.s 41 21 21
fargnoli alessia 27 n.s 36 19 19
farina eleonora 39 23 39 20 21
fattore tatiana 19 n.s 35 18 18
fedele massimiliano 33 20 53 27 27
fella martina 36 22 47 24 24
ficociello rita 38 23 38 20 21
fraioli sara 39 23 47 24 24
frate maria 26 n.s 44 23 23
frattarelli alessandra 32 19 43 22 22
funzione loredana - - 46 23 23
galuppi eleonora 26 n.s 41 21 21
gaudiano angela 37 22 41 21 22
gennaresi loredana 35 21 40 20 21
gentile maria grazia 36 22 47 24 24
giannini tea 34 20 53 27 27
giansanti valeria 31 18 47 24 24
giordano marianna 19 n.s 41 21 21
greco elisa 41 25 52 26 26
iannone marta 31 18 44 23 23
iasimone milena 39 23 52 26 26
ieffi cristina 32 19 31 18 19
impieri jessicalucia 40 24 47 24 24
kiszka sara 25 n.s 42 22 22
laino francesco - - 28 n.s Non sup
lanni daiana - - 40 20 20
lavino antonietta 32 19 22 n.s Non sup
leonardi debora 32 19 36 19 19
leone roberta 36 22 54 28 28
leonidi valentina - - 50 26 26
lepore valentina 36 22 50 26 26
leva alessia 36 22 45 23 23
lombardi mariazzurra 38 23 39 20 21
lonardo katia 23 n.s 34 18 18
longo Simona - - 42 22 22
lozzi natalia 42 25 48 25 25
luci serena - - 45 23 23
luongo maria cristina 31 18 51 26 26
luongo rosa - - 26 non sup. Non sup
macari maria 34 20 47 24 24
maccaro franco 32 19 40 20 20
maisto anna 37 22 47 24 24
mampieri michele 27 n.s 47 24 24
mancone maria 27 n.s - - Non sup
mandara alessandra - - 32 18 18
marano maria rosaria - - 17 n.s Non sup
marcucci morena - - 41 21 21
marrocco anna maria 32 19 37 19 19
marruccelli clara 30 n.s 48 25 25
marsella simone - - 34 18 18
massaroni alessandra 20 n.s 41 21 21
mastrocicco pasquale - - 29 n.s Non sup
mattei laura 32 19 52 26 26
merola sofia 27 n.s 36 19 19
milone alessandra - - 39 20 20
mollicone laura 28 n.s 36 19 19
montresor nadia 19 n.s - - Non sup
nannavecchia gilda 35 21 46 23 23
napolitano giuseppina 35 21 45 23 23
nardelli maria luisa - - 34 18 18
narni mancinelli elenonora 22 n.s 51 26 26
nassa daniela 25 n.s 37 19 19
natale barbara - - 34 18 18
natale daniela 33 20 46 23 23
natale francesca 33 20 51 26 26
natale pasqualina 24 n.s 47 24 24
notaro mariacristina 34 20 45 23 23
nugnes maria rosaria - - 38 20 20
orgera mariafernanda 21 n.s 46 23 23
oriente elena 34 20 37 19 20
orsi giuditta - - 41 21 21
ottaviani ilaria 31 18 45 23 23
pagano paola 31 18 56 29 29
palumbo chiara 31 18 48 25 25
palumbo italia 33 20 42 22 22
panacci ilenia 21 n.s - - Non sup
panariello cira 21 n.s 44 23 23
pandozzi monica 43 26 52 26 27*
panetta emilio 27 n.s 40 20 20
panici manuela 30 n.s 37 19 19
paolella giovanni 27 n.s - - Non sup
papa raffaele 26 n.s 41 21 21
pariselli sara 41 25 51 26 26
passarella valeria 29 n.s 37 19 19
pellegrino marilena 31 18 44 23 23
pelloni mariateresa 22 n.s 40 20 20
penna ilaria 41 25 35 18 22
perfetto marialucia 40 24 53 27 27
perna maria 39 23 49 25 25
pezzella serena 34 20 46 23 23
pittiglio noemi 33 20 39 20 20
prata luana 26 n.s 34 18 18
proietta simona 28 n.s 41 21 21
puzzuoli elvira 36 22 42 22 22
quaglieri anna pia - - 38 20 20
quagliozzi alessandra 34 20 42 22 22
rapone valeria 42 25 53 27 27
valentina raso 30 n.s 39 20 20
raucci francesca 35 21 51 26 26
raucci giorgio 34 20 48 25 25
rauso maria luisa - - 39 20 20
rea amelio 26 n.s 46 23 23
rea antonella 34 20 40 20 20
rea sara 28 n.s 33 18 18
reveglia diego 33 20 37 19 20
riccio antonella 31 18 41 21 21
risi licia 28 n.s 34 18 18
risi serena - - 44 23 23
robbio nicoletta 31 18 44 23 23
rodia raffaele 35 21 33 18 20
rollo nadia 33 20 38 20 20
romenelli leontina 32 19 49 25 25
ruscillo cinzia 34 20 39 20 20
ruscito silvia 35 21 50 26 26
russo maria giuseppa 25 n.s - - Non sup
russo stefania - - 26 n.s Non sup
salvi ermelinda 19 n.s 46 23 23
salzano de luna alessandra 38 23 43 22 23
salzillo filomena - - 38 20 20
santagata gabriella - - 37 19 19
santomassimo amedeo 20 n.s - - Non sup
seccaceccia francesca 34 20 42 22 22
sementilli virgilnia 35 21 48 25 25
serracino emanuela 40 24 52 26 26
soprano clorinda 30 n.s 42 22 22
sorrentini alissa 33 20 41 21 21
sperduti federica 28 n.s 55 28 28
terenzi franca 31 18 40 20 20
timpanelli alessia 27 n.s 41 21 21
todisco cristina 28 n.s 41 21 21
tomassi ilaria 36 22 44 23 23
topo elena 32 19 26 n.s Non sup
torfini giovanni 27 n.s 39 20 20
torrice laura 32 19 38 20 20
vacalebre giovanni 32 19 36 19 19
veltre cristina 32 19 42 22 22
vero miriam 30 n.s 50 26 26
villani luisiana 34 20 33 18 19

esiti finali per scienze dell'educazione

qui di seguito potete scorrere il quadro finale delle valutazioni del corso di psicologia sociale per Scienze dell'educazione.
Ancora per una settimana da oggi, dovete considerare i risultati non definitivi perchè possono sempre verificarsi errori e dunque gli esiti ufficali saranno affissi in facoltà solo giovedi mattina. Se individuate errori che vi riguardano inviatemi una mail (NON USATE per segnalazioni personali il blog perchè NON vi risponderò!)
alcune indicazioni per come leggere i risultati: quello che conta è l'ultimo numero-scritta per ogni riga nominativa (proposta finale di voto). Se accettate l'esito, non dovrete fare più nulla tranne presentarvi in una qualsiasi seduta d'esame di quest'anno accademico per la convalida (senza prenotarvi).
A fianco del Cognome-nome - in sequenza - potete verificare: 1) numero risposte esatte al 1° test 2) voto del 1° test, 3) numero di risposte esatte al 2° test, 4) voto del 2° test e 5) ESITO FINALE
ho usato i seguenti criteri:
- se non si è superato il test finale (o non ci si presentati), ovviamente, bisogna presentarsi all'orale (se la seconda prova è andata male terrò eventualmente conto, a vostro favore, dell'esito positivo della prima prova)
- il voto finale poggia sull'esito del 2° test ma ho tenuto conto (se a vostro vantaggio) del 1° test, alzando la media se il 1° test è migliore del secondo
- alcuni VOTI FINALI della fascia più alta (da 27 a salire), contrassegnati con un asterisco (*) sono stati innalzati di un punto perchè ho grandemente apprezzato la costanza ed i risultati dell'impegno tra 1° e 2° test.
sarò in facoltà martedi e mercoledi prossimi e sarò a vostra disposizione per ogni chiarimento o riscontro.

abbraccio ilenia 41 25 44 23 24
acchione sonia 40 24 49 25 25
aiello alessandra 36 22 38 20 21
alfieri veruska 33 19 42 22 22
aloia valeria 32 18 40 20 20
amadio annamaria 40 24 42 22 23
arci martina - - 53 27 27
avella simona 34 20 47 24 24
balasco angelamaria 35 21 44 23 23
beglini stefania 40 24 51 26 26
belli emanuela 44 27 57 29 30*
benevento maria grazia 33 19 40 20 20
bertossi claudia 28 non sup. 25 - Non sup.
biasini simona - - 40 20 20
biordi sonia 40 24 51 26 26
bisciotti graziella - - 25 - Non sup.
botta valeria 29 non sup. 29 - Non sup.
bottoni micaela 41 25 50 26 26
brunetti ilaria 42 25 50 26 26
bruno pamela 38 23 41 21 22
cammarota giovanna 27 non sup. 38 20 20
campopiano nica 30 non sup. 43 22 22
candidori marat 34 20 53 27 27
capogna rosanna 40 24 49 25 25
cappuccia natascia 33 19 48 25 25
caprara cristina - - 42 22 22
capuano anna 40 24 42 22 23
cardilllo arcangelo 35 21 45 23 23
carlomusto serena 33 19 39 20 20
carusone maria teresa 43 26 51 26 27*
casale antonella - - 38 20 20
cerullo angela - - 43 22 22
cimmino zelinda 19 non sup. - - Non sup.
coccia monia 34 20 - - Non sup.
conte carmela - - 37 19 19
conti marietta 37 22 39 20 21
corso ilaria 34 20 29 - Non sup.
costa nadine 38 23 42 22 23
crescenzi ilenia - - 41 21 21
d'agostino maria giov. - - 37 19 19
d'alessandro dora 43 26 52 26 27*
de luca stefania 35 21 43 22 22
de luca tiziana 29 - Non sup.
de simone giulia 26 non sup. 27 - Non sup.
de tora raffaella 28 non sup. 36 19 19
de vincentis francesca 27 non sup. 32 18 18
del signore anna 35 21 38 20 21
dello stritto concetta - - 23 - Non sup.
di bello elisa 39 23 47 24 24
di carlo valentina 38 23 41 21 22
di girolamo veronica 42 25 46 23 24
di leone rossella 44 27 50 26 27
di leone giuseppe 42 25 47 24 25
di mario loreta - - 40 20 20
di martino carmelina 39 23 29 - Non sup.
di muccio amelia 32 18 52 26 26
di raddo giovanna - - 34 18 18
di rollo luca 39 23 - - Non sup.
d'onofrio bruna 39 23 46 23 23
drappello eliana - - 36 19 19
espositore sara 27 non sup. - - Non sup.
fabrizio maria 40 24 45 23 24
fattore gemma 35 21 39 20 21
ferrante valentina 36 22 43 22 22
fontana assunta 35 21 37 19 20
funiciello mariela - - 38 20 20
fusco caterina 31 non sup. 41 21 21
gaudino alessandra 40 24 51 26 26
giugliano lucia - - 36 19 19
gronni federica 40 24 46 23 24
iannarelli sabrina - - 43 22 22
iorio anna 22 non sup. 31 18 18
iovine amalia 18 non sup. 32 18 18
lepore monica 39 23 54 28 28
maggiarra fabiana 34 20 50 26 26
mahieu elvira - - 34 18 18
mancini roberta - - 40 20 20
mancino serena - - 36 19 19
marotta luana 35 21 41 21 21
marrazza stefania 35 21 38 20 21
mastroianni roberta 36 22 41 21 22
merola nunzia - - 26 - Non sup.
mignanelli chiara 42 25 52 26 26
monti daniela - - 33 18 18
montone maria 35 21 45 23 23
nenna antonella 30 non sup. 43 22 22
pagliaro elvira - - 41 21 21
palazzo anna 33 19 45 23 23
pandozzi eleonora 41 25 47 24 25
paniccia valentina 33 19 43 22 22
paone caterina 33 19 46 23 23
papetti francesca 40 24 50 26 26
paterno bianca - - 51 26 26
pavia susanna 40 24 52 26 26
pisaturo angela 40 24 38 20 22
proietto roberta - - 43 22 22
riccardi ida 44 27 52 26 27
romanelli elia 35 21 57 29 29
romano arturo 16 non sup. 7 - Non sup.
rossi sara 27 non sup. 39 20 20
rossi grazia 24 non sup. 37 19 19
rossi giordano 44 27 57 29 30*
rufo luisa 36 22 48 25 25
russo patrizia 40 24 25 - Non sup.
sabato luciana 36 22 41 21 22
sacco federica 37 22 47 24 24
sacco monica 37 22 45 23 23
sapone daniela - - 30 18 18
sarracino giovanna 45 28 58 29 30*
scetta giuseppina 30 non sup. 31 18 18
sementilli claudia 24 non sup. 41 21 21
speciosi simona - - 33 18 18
spiridigliozzi enrica 31 non sup. - - Non sup.
tascione maria 36 22 50 26 26
teoli angela 40 24 49 25 25
vecchio laura 37 22 44 23 23
vendittis annunziata - - 44 23 23
verdone nadia 34 20 - - Non sup.
zampella marianna 34 20 34 18 19
zeppieri maria 26 non sup. 40 20 20
zoffranieri vanessa 28 Non sup. - - Non sup.

mercoledì 7 novembre 2007

argomenti della prova finale di verifica

ho ritenuto opportuno accorpare gli argomenti del programma che abbiamo condiviso.
il programma può intendersi valido sia per gli studenti della laurea specialistica sia per quelli del servizio sociale.

--- Aspetti storici della psicologia sociale tra natura e cultura:
• Evoluzionismo (Darwin) Psicologia evoluzionistica Psicologia sociale psicologica e psicologia sociale sociologica
• Principali autori e correnti della psicologia: Psicoanalisi. Comportamentismo. Gestalt. Interazionismo simbolico Cognitivismo.e Social Cognition. Costruttivismo.
--- Influenza sociale:
• Norma sociale e Conformità, formazione della norma, influenza maggioritaria, influenza normativa ed informazionale, condivisione, acquiescenza, obbedienza
• Influenza minoritaria, modello funzionalista e modello genetico, consistenza, conversione
• Comportamento d’aiuto ed influenza degli astanti, ignoranza pluralistica, diffusione di responsabilità
--- Processi cognitivi e relazioni intergruppo:
• Percezione, rappresentazione, categorizzazione, etichettamento, stereotipo, pregiudizio, prototipo, schema, euristica, attribuzione, inferenza corrispondente, principio di economia psichica, locus of control, paradigma dei gruppi minimali

un piccolo suggerimento per molti di voi che entrano in crisi per qualche parola o termine: usate un motore di ricerca come google, digitate le parole "difficili" e spulciate i documenti più attinenti. Ad esempio se entrate in crisi per espressioni come "equilibrio quasi-stazionario" (lewin) la risposta che facilmente trovate è che Lewin concepisce l'equilibrio di un qualsiasi sistema (individuo o gruppo) come un equilibrio dinamico piuttosto che statico (in termini cognitivisti vogliamo significare che l'individuo tende a conservare l'equilibrio o la coerenza ma che per raggiungere questo scopo deve produrre piccoli cambiamenti (non è dunque un equilibrio stazionario ma quasi-stazionario).

due ultime cose: sarò fuori sede per un convegno fino a domenica e non potrò seguirvi e rispondervi fino ad allora. Aiutatevi tra di voi rispondendo gli uni ai dubbi ed alle domande degli altri, usando i commenti in questo stesso post. In ultimo, mi è stato comunicato che martedi ci sono due consigli che mi troveranno impegnato e dunque inizieremo con un po' di ritardo le lezioni: quella della laurea specialistica inizierà alle 11.30 e quella del pomeriggio (servizio sociale) alle ore 16.00. grazie e a presto.

martedì 6 novembre 2007

giovedì 1 novembre 2007

verifica di fine corso



la verifica di fine corso è fissata per mercoledi 21 novembre e si svolgerà con le modalità che vi sono già note nelle consuete aule del polo didattico
- laurea specialistica (ore 9.00: A-I , ore 10.00: L-Z)
- servizio sociale (12.00: A-I, ore 13.00: L-Z).


si ricorda di portare con sé: un documento di riconoscimento (libretto - c.i.) nonchè penna, matita, gomma, temperamatite.

mercoledì 31 ottobre 2007

sulla categorizzazione e, ancora, sugli schemi

Il processo di categorizzazione afferisce all'organizzazione del sistema cognitivo dell'individuo e va riferito alla capacità - peculiare di tale sistema - di equilibrare le ridondanze sensoriali che caratterizzano la relazione con l'ambiente fisico e sociale.
Se ci si sofferma a riflettere sulla enorme quantità di informazioni sensoriali che, in qualsiasi momento della propria giornata, una qualsiasi persona è 'costretta' ad accogliere ben si comprende la necessità di operare selezioni e semplificazioni atte a ridurre e disciplinare il traffico informativo in ingresso.
Se la sensazione può essere funzionalmente identificata come la modificazione passiva dell'organo di senso (della sua condizione di equilibrio precedente) e la percezione come il risultato dell'elaborazione attiva delle informazioni connesse alle predette modificazioni sensoriali, il processo di categorizzazione è parte della 'procedura' adottata per definire i caratteri degli elementi che entrano nella costruzione percettiva.
Categorizzare è rendere equivalenti cose distinguibilmente differenti, aggruppare gli oggetti, gli eventi e le persone intorno a noi in classi, e rispondere ad essi nei termini della loro appartenenza ad una certa classe, anziché della loro singolarità.

La categorizzazione è altresì quel processo che consente l'identificazione e il riconoscimento di un oggetto o di un qualsiasi stimolo sociale. A tal fine è infatti necessario che sia possibile per l'individuo determinare le somiglianze e le differenze dell'oggetto o dello stimolo in rapporto agli altri oggetti e stimoli.
La letteratura è concorde nel riconoscere che i due grandi tipi di risposte categorizzatrici, l'uno basato sulla risposta d'identità e l'altro sulla risposta d'equivalenza, sono modalità non discontinue di funzionamento del nostro sistema percettivo. In altri termini, la percezione d'identità e quella d'equivalenza sono espressione di una competenza categorizzatrice che è specie-specifica e che si sviluppa attraverso il processo di maturazione e l'apprendimento. E' importante sottolineare che se quella del categorizzare è una disposizione neurofisiologicamente ancorata, di ordine generale, le modalità del categorizzare sono ampiamente dipendenti dai fattori storici e culturali. In altri termini l'atto del categorizzare (il processo) è una disposizione universale, i contenuti e le forme del categorizzare sono peculiarmente particolari (espressioni sociali).
Il processo di categorizzazione è pertanto argomento di grande interesse per gli psicologi della percezione e dell'apprendimento o dell'età evolutiva che dir si voglia per quel che riguarda le basi generali del processo e lo sviluppo delle categorie in quanto tali. Gli psicologi sociali sono interessati alle categorie in quanto esse sostengono specifiche rispo¬ste d'identità e d'equivalenza nell'ambito della relazione interpersonale (specificamente a livello d'intergruppo) che sono riconducibili alle formazioni culturali e sociali di riferimento al cui interno l'individuo è socializzato. Esisterebbe, in altri termini, un'analogia strutturale tra valutazioni di stimoli fisici e giudizi stereotipati riferentesi a persone in funzione della loro appartenenza a gruppi etnici o nazionali. La stereotipia, in questo caso, consiste nell'attribuire caratteristiche simili a diversi membri di un medesimo gruppo, senza tener sufficientemente conto delle differenze che possono esistere tra di essi.
La funzione della categorizzazione - si ribadisce - è quella di semplificare e organizzare la realtà percepita o, detto più radicalmente, di costruire una realtà sufficientemente semplice ed organizzata per poterci vivere. In altri termini il categorizzare è funzionale all'azione.
Proprio perché essenziali nel processo di costruzione della realtà, le categorie non possono essere considerate come meramente definitorie e neutre in rapporto all'individuo. Le categorie non sono 'cassetti' geneticamente predisposti che l'individuo userà per collocarvi deterministica¬mente gli stimoli che la realtà oggettiva gli fornisce. La realtà è anche costruita attivamente dall'individuo utilizzando la competenza categorizzatrice secondo modalità che non sono rigidamente prefissate. Certo è che, in ragione dello sviluppo dell'identità psicologico-sociale della persona, le categorie - in quanto sistema organizzato - tendono a svolgere una funzione sempre più marcata di formattazione dell'informazione: le categorie codificando e decodificando il dato dell'esperienza (ovvero interpretando l'esperienza) creano l'informazione.
Così la possibilità per l'individuo di identificare gli oggetti è funzione del fatto che gli stessi oggetti possiedono delle caratteristiche che appaiono invarianti, alla luce della loro collocazione categoriale.
Richiamandoci al concetto di "equilibrio quasistazionario" [Lewin 1951] che permette di dar conto di una relativa stabilità in un sistema di rapporti strettamente interdipendenti - come ben precisa Palmonari - la costanza degli oggetti rinvia, a sua volta, alla coerenza del sistema di categorizzazione degli individui. E' in base alla stabilità dell'ambiente e alla coerenza psicologica che l'individuo può fare previsioni sugli oggetti, sulle persone, sugli avvenimenti sociali.
Un ruolo fondamentale nell'ambito del processo di organizzazione-costruzione categoriale della realtà è concordemente attribuito al linguaggio. Esiste, al riguardo, una storica disputa tra i sostenitori della concezione delle categorie linguistiche come abito e i sostenitori della concezione stampo. Nel primo caso si sostiene che le categorie lessicali si adattano alle categorie del pensiero, nel secondo che le parole orientano i modi con cui pensiamo la realtà. Si può osservare che questa distinzione è essa stessa esempio di categorizzazione e che, ovviamente, i sostenitori dell'una e dell'altra posizione tendono ad accumulare elementi a sostegno dell'una o dell'altra tesi. Non è una mera esigenza di compromesso che ci fa sostenere che ambedue le posizioni sono compatibili con la natura funzionale del processo di categorizzazione. Non solo, si può aggiungere che le categorie lessicali svolgono una funzione stampo o abito in ragione della centralità e rilevanza da esse assunte all'interno della cultura sociale a cui partecipano gli individui che le usano. Ad esempio, nella società italiana, le parole fascista, cattolico, comunista orientano il pensiero (comportando specifici stili di relazione con gli altri) in misura molto più accentuata di quanto non avvenga in base a categorie linguistiche quali luterano o calvinista. E' chiaro che per approfondire tale questione bisogna considerare l'influenza del sistema di valori nel quadro dell'identità sociale. Sicché il processo di categorizzazione è di grande rilievo nell'ambito dell'analisi psicosociale in ordine ai temi delle relazioni intergruppo e dello sviluppo di stereotipie e pregiudizi.
Possiamo infine osservare che le nozioni di categoria e di categorizzazione, nonostante la grande accumulazione di contributi sperimentali e di analisi teoriche, continuano ad essere nozioni ambigue che sfuggono ad ogni tentativo di fondazione assoluta. Ciò - si ritiene - anziché costituire un elemento di debolezza della nozione può costituire il suo punto di forza, laddove se ne riconosce il carattere strategico. Le categorie sono dei mediatori tra pensiero e linguaggio, tra soggettività, intersoggettività e realtà (presunta). Il pensiero categoriale più fecondo si oppone alle rigide distinzioni e purtuttavia riconosce la distinzione come base del processo categoriale.

In modo più specifico rispetto alla categorizzazione, la categorizzazione sociale implica il raggruppare persone, comportamenti, oggetti ed eventi in base a classi di significato che conseguono alla propria posizione sociale (identità sociale ed appartenenza gruppale) ed al sistema di valori che soggiace a tale collocazione.
Dal punto di vista processuale non si può stabilire un confine tra la categorizzazione dei fatti sociali e quella degli oggetti ed eventi naturali. Sempre e comunque, alla base del categorizzare vi è l'esigenza di organizzare l'ambiente ai fini dell'azione.
Tuttavia possiamo cogliere la specificità sociale del categorizzare se facciamo riferimento a due dimensioni distinte di questo fondamentale processo cognitivo: le influenze sociali sul processo di categorizzazione ed i suoi contenuti sociali.
Se categorizzare è un processo naturale (specie-specifico), il modo in cui noi classifichiamo ed organizziamo le informazioni che provengono dall'ambiente non è una diretta, semplice conseguenza di pattern naturali, inscritti nella nostra mente o derivanti dal modo stesso con cui gli elementi dell'ambiente si impongono alla nostra percezione.
Il categorizzare è un processo attivo e finalizzato all'azione che è significativamente orientato da sistemi di riferimento sociali (le culture con i loro valori, credenze, ecc.) e più ancora dal fatto stesso che ciascun individuo è, all'interno del sistema sociale, includibile in categorie. Con l'espressione categorizzazione sociale facciamo quindi riferimento al fatto che la percezione e l'interpretazione che diamo alle informazioni che via via riceviamo è influenzata da condizioni socialmente rilevanti (a livello di relazioni interpersonali, di identità sociale ed integrazione gruppale).
Inoltre, con l'espressione categorizzazione sociale ci si riferisce ai contenuti ovvero agli elementi sociali (specificamente individui e comportamenti) che sono oggetto di categorizzazione.
Da questo punto di vista nella prospettiva indicata da Tajfel, "il modo in cui un individuo o una cultura identificano somiglianze e differenze fra persone e gruppi del loro ambiente è il fondamento su cui si basa ogni rapporto sociale quotidiano. La categorizzazione sociale è dunque molto di più di un fatto puramente cognitivo: essa è centrale per la vita sociale, ed in quanto tale è soggetta alle influenze ed alle distorsioni delle complesse e variegate culture in cui si presenta."

La categorizzazione e, quindi, anche la categorizzazione sociale servono a semplificare la nostra vita; a consentire di muoverci all'interno della società limitando il dispendio di energie valutative connesso alle diverse necessità di orientamento ed azione.
In effetti le categorie svolgono adeguatamente la loro funzione proprio perché ci consentono di approssimarci alla realtà più che di coglierla nella sua ipotetica consistenza e veridicità. Le approssimazioni sono essenziali ai fini della riduzione della complessità e quindi dell'efficienza operativa. Anche gli errori di giudizio sono una conseguenza inevitabile del categorizzare. Il paradosso sta nel fatto che l'efficacia del processo di categorizzazione è alla base delle sue inefficienze.


Gli schemi sono modelli semplificati di lettura ed approccio della realtà: sono dei "precotti nel surgelatore della nostra mente". L’impiego degli schemi favorisce la velocità di eleborazione dell'informazione, il processo di codifica e di richiamo delle informazioni.
Gli schemi intervengono nel riempire spazi vuoti.

Si riconoscono generalmente quattro tipi di schemi:
Schemi di persone
Schemi di sé
Schemi di ruolo
Schemi di eventi (scripts)

Schemi di persone
Nel linguaggio comune, oltre che nel linguaggio scientifico, ricorrono quadri interpretativi delle differenze e somiglianze personali in forma di tipi psicologici (ad es: introverso versus estroverso). Gli schemi di persona sono tipicamente richiamati allorchè dobbiamo descrivere ad un nostro interlocutore una terza persona che egli non conosce. Anche i tipi zodiacali sottendono degli schemi di persona.

Schemi di sé
Consistono in generalizzazioni cognitive autoreferenziali (Markus, 1977). Attraverso gli schemi di sé l’individuo costruisce un’immagine propria coerente, in grado di sostenere l’organizzazione del ricordi sotto forma di memoria autobiografica, di contribuire ad anticipare e controllare il comportamento ed atta ad essere rappresentata socialmente.

Schemi di ruolo
Noi ci attendiamo che le persone si comportino in relazione alle attribuzioni del ruolo sia sociale sia professionale che le contraddistinguono e che noi riconosciamo loro.

Schemi di eventi (scripts)
Si tratta della rappresentazione di una sequenza coerente - dal punto di vista temporale e della concatenazione causale - di eventi caratteristici della vita quotidiana. Possiamo altresì concepire la quotidianità come un insieme organizzato di scripts che orientano le aspettative degli attori sociali.

mercoledì 24 ottobre 2007

esiti x servizio sociale (1^ verifica)

altieri maria 20
amore rossella 27
anelli alessandra n.s
angelone rosario n.s
baldassini martina 25
biasi anna 23
boris federica 18
bovi francesca 20
bovi serenella n.s
bracaglia valentina n.s
buonomo mariaadelina 23
caiazza anna n.s
caprarelli andrea 21
capraro gabriella 20
caputo roberta n.s
carangelo luicia 18
carcillo loredana n.s
carlino luca 25
cassese rosa n.s
cavicchia anna 18
cenci ramona n.s
centofante valentina 24
cerullo sara n.s
cocco angela 25
conetta simona 23
cristiano filomena n.s
croce luca 20
crolla silvia 29
cupini valentina n.s
d'addio antonietta 25
d'alessandro simona 18
d'alessandro carla n.s
d'arezzo lucia n.s
darini lorena n.s
de lucia mario n.s
de robbio aloessandro n.s
de robbio giovanna n.s
de simone gennaro n.s
de tora pina 21
del monaco andrea 19
del sesto antonio n.s
della posta rita 23
desiosi veronica 19
di caprio alfiera 25
di ciuccio giovanna 22
di domenico roberta 23
di fede veronica 20
di murro stefania 18
di nardo eleonora n.s
di nuccio pasqualina 23
di pietro angela 19
di puorto maurizio n.s
di rauso ada 19
di russo martina 24
di russo federica 21
di schino francesc n.s
di veglia anna 22
diana giuseppe n.s
diana rita n.s
esposito miriam n.s
evangelista chiara 20
falco lara n.s
fargnoli alessia n.s
farina eleonora 23
fattore tatiana n.s
fedele massimiliano 20
fella martina 22
ficociello rita 23
fraioli sara 23
frate maria n.s
frattarelli alessandra 19
galuppi eleonora n.s
gaudiano angela 22
gentile maria grazia 22
gernnaresi loredana 21
giannini tea 20
giansanti valeria 18
giordano marianna n.s
grco elisa 25
iannone marta 18
iasimone milena 23
ieffi cristina 19
impieri jessicalucia 24
kiszka sara n.s
laura mattei 19
lavino antonietta 19
leonardi debora 19
leone roberta 22
lepore valentina 22
leva alessia 22
lombardi mariazzurra 23
lonardo katia n.s
lozzi natalia 25
luongo maria cristina 18
macari maria 20
maccaro franco 19
maisto anna 22
mampieri michele n.s
mancone maria n.s
marrocco anna maria 19
marruccelli clara n.s
masssaroni alessandra n.s
merola sofia n.s
mollicone laura n.s
montresor nadia n.s
nannavecchia gilda 21
napolitano giuseppina 21
Narni mancinelli elena n.s
nassa daniela n.s
natale francesca 20
natale daniela 20
natale pasqualina n.s
notaro mariacristina 20
orgetta mariafernanda n.s
oriente elena 20
ottaviani ilaria 18
pagano paola 18
palumbo italia 20
palumbo chiara 18
panacci ilenia n.s
panariello cira n.s
pandozzi monica 26
panetta emilio n.s
panici manuela n.s
paolella giovanni n.s
papa raffaele n.s
pariselli sara 25
passarella valeria n.s
pellegrino marilena 18
pelloni mariateresa n.s
penna ilaria 25
perfetto marialucia 24
perna maria 23
pezzella serena 20
pittiglio noemi 20
prata luana n.s
proietta simona n.s
puzzoli elvira 22
quagliozzi alessandra 20
rapone valeria 25
raucci francesca 21
raucci giorgio 20
rea antonella 20
rea amelio n.s
red sara n.s
reveglia diego 20
riccio antonella 18
risi licia n.s
robbio nicoletta 18
rodia raffaele 21
rollo nadia 20
romenelli leontina 19
ruscillo cinzia 20
ruscito silvia 21
russo maria giuseppa n.s
salvi ermelinda n.s
salzano de luna alessandra 23
santomassimo amedeo n.s
seccaceccia francesca 20
sementilli virgilnia 21
serracino emanuela 24
soprano clorinda n.s
sorrentini alissa 20
sperduti federica n.s
terenzi franca 18
timpanelli alessia n.s
todisco cristina n.s
tomassi ilaria 22
topo elena 19
torfini giovanna n.s
torrice laura 19
vacalebre giovanni 19
valentina raso n.s
veltire cristina 19
vero miriam n.s
villani luisiana 20

esiti x scienze dell'educazione (1^ prova)

abbraccio ileni 25
acchionesonia 24
aiello alessa 22
alfieri verusca 19
aloia valeria 18
amadio annama 24
avella simona 20
balasco angelam 21
beglini stefan 24
belli emanuel 27
benevento maria 19
bertossiclaudia non sup.
biordi sonia 24
botta valeria non sup.
bottoni micaela 25
brunetti ilaria 25
bruno pamenla 23
cammarota giova non sup.
campopiano nica non sup.
candidori marat 20
capogna rosanna 24
cappuccia nata 19
capuano anna 24
cardilllo arcan 21
carlomusto sere 19
carusone maria 26
cimmino zelinda non sup.
coccia monia 20
conti9 mariet 22
corso ilaria 20
costa nadine 23
d'alessandro do 26
de luca stefani 21
de tora raffaella non sup.
de simone giuli non sup.
de vincentis fr non sup.
del signore an 21
di bello elisa 23
di carlo valent 23
di girolamo ver 25
di leone rossel 27
di leone giusep 25
di martino carm 23
di muccio ameli 18
di rollo luca 23
d'onofrio bruna 23
espositore sara non sup.
fabrizio maria 24
fattore gemma 21
ferrante valent 22
fontana assunta 21
fusco caterina non sup.
gaudino alessan 24
gronni federica 24
iorio anna non sup.
iovine amalia non sup.
lepore monica 23
maggiarra fabia 20
marotta luana 21
marrazza stefan 21
mastroianni rob 22
mignanelli chia 25
montone maria 21
nenna antonella non sup.
palazzo anna 19
pandozzi eleono 25
paniccia valent 19
paone caterina 19
papetti frances 24
pavia susanna 24
pisaturo angela 24
riccardi ida 27
romanelli elia 21
romano arturo non sup.
rossi giordano 27
rossi sara non sup.
rossi grazia non sup.
rufo luisa 22
russo patrizia 24
sabato luciana 22
sacco monica 22
sacco federica 22
sarracino giov. 28
scetta giusep. non sup.
sementilli clau non sup.
spiridigliozzi non sup.
tascione maria 22
teoli angela 24
vecchio laura 22
verdone nadia 20
zampella marian 20
zeppieri maria non sup.
zoffranieri v. non sup.

stereotipi e schemi

paradima dei gruppi minimali



H.Tajfel è il più autorevole dei ricercatori che si sono impegnati nel definire le condizioni minime in cui compare il comportamento di discriminazione tra il proprio gruppo d'appartenenza e un gruppo esterno.
Dunque, gli esperimenti a cui ci si riferisce sono quelli che hanno utilizzato il così detto paradigma dei gruppi minimali.
Il presupposto di questa formulazione è che se si dividono dei soggetti che non hanno nulla in comune (anche sulla base di criteri irrilevanti), si introduce per ciò stesso una categorizzazione intergruppo.
Tale categorizzazione è sufficiente a produrre alterazioni significative degli orientamenti di giudizio.
In uno di questi esperimenti curati da Tajfel (1971), ai soggetti sperimentali, alunni di circa 15 anni di una stessa classe, veniva chiesto di esprimere la preferenza per l'uno o l'altro di due pittori ad essi sconosciuti (Klee o Kandisky).
Nel contesto di questo studio si cercò "di eliminare dalle situazioni sperimentali tutte le variabili che di norma conducono a un favoritismo per il proprio gruppo o a una discriminazione rispetto al gruppo esterno. Queste variabili comprendevano: l'interazione faccia-a-faccia; ogni eventualità di una precedente ostilità tra i gruppi; il conflitto di interessi; tutti i legami «utilitari» o strumentali tra le risposte dei soggetti e i loro interessi individuali."
I ragazzi esprimevano la loro preferenza per uno dei due pittori dopo aver osservato alcune riproduzioni di dipinti che venivano loro mostrate e in base a tale preferenza venivano costituiti due gruppi: il gruppo Klee e il gruppo Kandinsky.
Si trattava tuttavia di due gruppi di cui i ragazzi non conoscevano la composizione; se per esempio un ragazzo aveva dichiarato di apprezzare maggiormente Klee, sapeva di essere stato inserito nel gruppo Klee ma non aveva nessuna informazione su chi fossero - tra gli altri compagni - quelli che avevano effettuato la sua stessa scelta.
In condizione di isolamento reciproco veniva a questo punto chiesto ai ragazzi di decidere la suddivisione di punti (equivalenti a somme di denaro) tra due altri soggetti anonimi (di cui conoscevano solo il gruppo di appartenenza) di volta in volta riferendosi ad alcune diverse matrici di pagamento.

In ragione di come le matrici erano strutturate, i ragazzi - che non godevano di nessun vantaggio personale in conseguenza delle loro decisioni - potevano sostanzialmente adottare tre diverse strategie di distribuzione delle ricompense:
1. potevano erogare il massimo ammontare comune del denaro (ovvero scegliere la strategia di attribuire ad ambedue i compagni di classe (indipendentemente dal fatto che fossero categorizzati come gruppo Klee o Kandinsky) la medesima cifra (evidentemente la più alta che la matrice di decisione consentiva);
2. potevano privilegiare il criterio del massimo profitto a favore dei membri del gruppo di appartenenza (senza curarsi di quanto toccava ai membri dell'altro gruppo);
3. potevano optare per quella alternativa che rendeva massima la differenza tra quanto era dato ai membri del gruppo di appartenenza e quello che veniva dato ai ragazzi dell'altro gruppo. In tal caso (di massimo vantaggio differenziale) ottenevano un minor vantaggio assoluto (rispetto alle alternative precedenti).
Ad esempio, con riferimento a due delle matrici utilizzate, scegliendo 13/13 tanto sulla prima che sulla seconda, i ragazzi assicuravano senza discriminazioni ai loro compagni di classe un medesimo comune vantaggio; scegliendo 19/1 sulla prima matrice avvantaggiavano enormemente un compagno del proprio gruppo pittorico rispetto al compagno dell'altro gruppo e nel contempo ottenevano il miglior risultato assoluto possibile; optando per la soluzione 7/1 potevano confermare il vantaggio 'interno' ma non avrebbero offerto al compagno del proprio gruppo pittorico il massimo risultato possibile (che è conseguibile scegliendo 19/25 ma ciò significa anche fare guadagnare di più il ragazzo dell'altro gruppo pittorico).
Di tali strategie, la prima (massimo profitto comune) è risultata essere assai poco perseguita; il massimo profitto a favore del gruppo di appartenenza aveva una certa importanza, ma il più delle volte non quanto il raggiungimento di una massima differenza in favore del gruppo di appartenenza.
Dai risultati è dunque emerso che la strategia più influente sulle decisioni era il raggiungimento di una massima differenza relativa in favore del gruppo d'appartenenza, anche se altre strategie erano più 'razionali' o 'utili' che non la diversificazione di comportamento in relazione all'appartenenza ai gruppi.
In altri termini: lo studio di Tajfel ha evidenziato come più attrattiva per i soggetti la prospettiva di assicurarsi una cifra superiore a quella dell'altro gruppo anziché quella di conseguire un vantaggio in assoluto più elevato ma attraverso una strategia di compensazione del gruppo esterno.
Pertanto è possibile inferire che una categorizzazione in due gruppi minimali, basata su criteri irrilevanti può essere condizione sufficiente per generare un comportamento di discriminazione tra i gruppi e quindi a un favoritismo nei confronti dei membri del proprio gruppo.
Anche alla luce di successivi approfondimenti sperimentali, Tajfel osserva:
"Può essere utile considerare le differenze tra le serie di risultati da noi ott¬nuti, e i risultati del lavoro precedente relativamente piú vicino, nella concezione e nel metodo, alle ricerche descritte in questa sede: il lavoro di Sherif sul conflitto intergruppo. Il suo scopo consisteva nell'indagare, in maniera chiara e esplicita, gli effetti di un conflitto tra gruppi a somma zero [vinco io, perdi tu; n.d.r.], introdotto in maniera chiara e esplicita, sugli atteggiamenti verso il gruppo esterno e sul conseguente comportamento dei soggetti. Inoltre, l'affiliazione nei confronti di un gruppo e l'ostilità nei confronti del gruppo esterno furono entrambe intensificate attraverso una prolungata interazione intragruppo dei soggetti stessi. Nei nostri esperimenti, non c'era un conflitto esterno ben definito; se esisteva una qualche competizione (cioè, atti che avevano come scopo una differenziazione tra i gruppi in favore del proprio), essa era stata introdotta completamente e attivamente nella situazione dai soggetti stessi, dopo che gli sperimentatori avevano da parte loro introdotto la nozione di gruppo. I soggetti non avevano mai fatto parte insieme di un "gruppo", non avevano mai interagito né sapevano chi apparteneva al proprio gruppo e chi all'altro; su di loro, non era stata esercitata alcuna pressione sociale esplicita ad agire in favore del proprio gruppo; e il loro interesse individuale non era in alcun modo implicato nell'assegnazione di una somma di denaro maggiore a un membro del proprio gruppo. Al contrario, un uso sistematico della strategia del massimo profitto comune, avrebbe potuto far sí che tutti i soggetti ricevessero piú denaro dagli sperimentatori."
E questo supposto bisogno di differenziazione (o di precisare la specificità psicologica tra i gruppi) che sembra produrre, a certe condizioni, il risultato piú importante in base alla sequenza categorizzazione sociale - identità sociale - confronto sociale.
In effetti con il suo contributo sperimentale Tajfel ha dato avvio ad un inesausto dibattito sulle ragioni che portano alla discriminazione tra gli individui in quanto appartenenti a gruppi diversi. Tra le spiegazioni più significative vi è quella avanzata di Willem Doise in termini di processi di categorizzazione. Doise [1976], richiamandosi in particolare allo studio di Tajfel e Wilkes [1963], afferma che i comportamenti discriminanti e i giudizi tendenziosi sono frutto di un processo cognitivo fondamentale quale è quello della differenziazione categoriale. Tale processo, come abbiamo avuto modo di riferire, consiste in una accentuazione delle differenze intercategoriali e in una accentuazione dei fattori di somiglianza intracategoriale.
La funzione del processo di differenziazione - ben chiarisce R. Brown - è "quella di perfezionare le distinzioni tra le categorie - e corrispondentemente, confondere le differenze al loro interno - per migliorare l'organizzazione e la strutturazione del nostro mondo fisico e sociale."

martedì 23 ottobre 2007

seconda parte del corso



apro questo post perchè i commenti al post precedente (avviso importante)sono diventati troppi. Ma per iniziare la seconda parte del corso, non posso non partire dall'ultimo commento.
di Holiday.
rispondo volentieri ad holiday per due ragioni: intanto perchè mi permette di non avere un contatto con un "anonimo qualunque" e lui è holiday! è fatta salva la sua privacy (l'anonimato) ma si esprime come una persona a cui posso pensare perchè ha dato un nome - anche se un nome qualsiasi - all'anonimato: il suo nick (un'etichetta personale) è sempre un bene per tutti voi e per me, perchè le identità contano molto (soprattutto per gli psicologi sociali).
Eppoi rispondo volentieri perchè ripropone una questione che si rivela "più difficile" di quanto non dovrebbe tutto sommato essere se noi fossimo liberi dagli schemi: la questione del velo islamico. ragioniamoci per l'ennesima volta sù e vi ricordo la domanda:
Il velo islamico dimostra che in quelle società le donne non sono libere. VERO o FALSO?
La difficoltà ad individuare la risposta psicosociale (ovvero usare le conoscenze che stiamo cercando faticosamente di mettere insieme)sta nel riuscire non rispondere mai ad una domanda senza chiedersi in base a quale categoria io sviluppo il ragionamento.
la questione (e la difficoltà) nasce dal fatto che dovete "connettere" l'idea di libertà che avete in testa (SENZA VELO o CON IL VELO) con il fatto di APPARTENERE O MENO ad una categoria: donna musulmana. Se pensate come occidentali la risposta sarà tendenzialmente vera (possiamo ragionevolmente affermare che nessuna ragazza italiana vorrebbe che fosse istituita l'imposizione del velo!) ma provate a modificare il vostro punto di vista! provate a rispondere alla stessa domanda da donna musulmana! che risposta dareste? vero o falso? qualcuna di voi potrebbe dire vero (come un'occidentale! e dunque dimostrerebbe di essere libera di liberarsi della sua identità! e questo con e senza il velo).
ma la probabilità maggiore è che le donne musulmane (quelle che REALMENTE condividono quest'appartenenza), rispondano FALSO!
Il velo è un oggetto culturale e dunque la sua accettazione o meno (con le sue ricadute su ciò che viene inteso come libertà) dipende dall'etichetta a cui ci riferiamo o attraverso la quale siamo influenzati.
Dunque per la psicologia sociale la risposta alla domanda sarebbe VERO solo SE l'affermazione fosse espressa così: per i non musulmani (occidentali, ecc,) il velo islamico è la dimostrazione ecc.... SE così non è, la risposta non può che essere FALSO.
In psicologia sociale le verità sono sempre situate e contestuali.

lunedì 15 ottobre 2007

avviso importante

mi spiace dovervi richiedere di superare una prova prima ancora del test ma è necessario spostare le verifiche per problemi di sicurezza ed organizzazione.
dunque attenzione e pazienza.
innanzitutto sono annullate TUTTE le mie lezioni di martedi 16 e mercoledi 17 e poi cambiano date ed aule dei test:

x scienze dell'educazione: la verifica slitta al pomeriggio (ore 15.00) di martedi 16 e si terrà nell'aula 1 di v.mazzaroppi, alle 15.00 per gli studenti A-I e ore 16.00 L-Z

x servizio sociale: la verifica è spostata alle ore 9 di mercoledi 17 aula 2 di via bellini. alle 9.00 per gli studenti A-I e ore 10.00 L-Z.

vi raccomando libretto o carta di identità

martedì 9 ottobre 2007

verifica intercorso



martedi 16 ottobre è la data della verifica intercorso sia per gli studenti della laurea specialistica (ore 11.00) sia per quelli del servizio sociale (15.00).
l'inizio della prima verifica potrà iniziare con qualche minuto di ritardo per via di un consiglio di dipartimento prefissato. Potrebbero esserci variazioni anche per l'aula in cui le prove si terranno. Eventuali novità saranno segnalate con correzione di questo stesso post.

si raccomanda a tutti di portare con sé: un documento di riconoscimento (libretto o c.i.) nonchè penna, matita, gomma, temperamatite.

l'influenza minoritaria



Con il tema dell'influenza minoritaria abbiamo "completato" (si fa per dire) il discorso sull'influenza sociale.
Quello che vi deve essere chiaro è che l'influenza minoritaria comporta una maggiore assunzione di responsabilità da parte del soggetto che cerca di influenzare (è una minoranza che si contrappone ad una maggioranza!) e che per essere efficace la fonte minoritaria deve essere consistente.
Fate attenzione alle differenze tra modello funzionalista e genetico, e al tema della conversione (after effect).

martedì 2 ottobre 2007

la conformità


La conformità è una proprietà biologica prima che sociale. Ma la conformità sociale aggiunge qualcosa alla conformità biologica: aggiunge valori, ideologie, credenze, fedi,categorie, schemi interpretativi (euristiche) da cui conseguono comportamenti che talvolta ci favoriscono e talvolta ci rendono incapaci di agire a vantaggio di noi stessi in quanto individui, gruppi umani, culture e specie.

domenica 30 settembre 2007

a proposito di libertà!


http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/proteste-myanmar/1.html

mercoledì 26 settembre 2007

aspetti storici della psicologia sociale



Vi allego anche una breve trattazione con riferimenti essenziali:

Elementi di storia della psicologia sociale (di Stani Smiraglia)

La psicologia sociale nasce agli inizi del novecento, in un periodo in cui grande diffusione stavano avendo le concezioni psicofisiologiche del comportamento umano anche in relazione ai grandi progressi delle scienze fisiche e biologiche.
Più ancora, la psicologia sociale nasce e si sviluppa perché inizia ad assumere un'utilità specifica la disamina scientifica dei comportamenti sociali connessi alle dinamiche nazionalistiche e popolari e all'affermazione della società industriale.
Prescindendo dai riferimenti più remoti alla filosofia sociale, le origini della psicologia sociale possono essere ricondotte alla diffusione della notissima Psicologia delle folle (1895) di Gustave Le Bon (1841-1931) e della colossale opera in dieci volumi di Wilhelm Wundt (1832-1920) sulla Psicologia dei popoli, ultimata nell'anno della morte del suo autore.
Nell'opera di Le Bon si riflette il preoccupato interesse della borghesia francese per il comportamento 'irrazionale' delle masse frequente¬mente debordante in sommovimenti anarchico-rivoluzionari. I concetti chiave per interpretare il comportamento delle folle riflettono pienamente la cultura di fine secolo; così il concetto di contagio mentale trasferisce nelle scienze sociali quello di contagio batteriologico che rivoluzionò la teoria e la pratica della medicina sociale; il concetto di suggestione è invece sussunto dal campo dell'ipnosi medica.
In sintesi e specificamente per quel che è relativo alla società francese ma anche italiana presso la quale l'opera di Le Bon ebbe notevole risonanza, si può affermare che la diffusa concezione epocale intorno alla natura del comportamento collettivo si può interpretare alla luce di una prospettiva essenzialmente medicale e criminologica. Tale prospettiva era funzionale all'esigenza, particolarmente avvertita dalle classi borghesi, di 'curare e controllare' ogni forma di comportamento deviante e sovvertitore da parte del proletariato urbano e delle masse aggregate dall'impetuoso ed anomico impulso allo sviluppo industriale.
Diverso è lo sfondo culturale in cui matura l'opera di Wundt. Nella sua Psicologia dei popoli è possibile riconoscere l'intensa continuità della tradizione filosofica e letteraria tedesca che precede - romanticamente - ed accompagna - politicamente - la fondazione dello stato e della nazione Germania (1871).
La tesi fondamentale di tale tradizione vedeva nella comunità culturale (Gemeinschaft) e nel popolo (Volk) i fondamenti dell'appartenenza sociale degli individui. Anche in ragione di questa prospettiva culturale, Wundt, che pure può essere a diritto considerato uno dei padri fondatori della psicologia di laboratorio, riteneva inapplicabile alla psicologia sociale il metodo sperimentale e necessario lo studio comparato dei prodotti e dei processi superiori quali il linguaggio, il mito, il costume, la religione, l'arte ed il diritto. Per tali posizioni ed assunti, il contributo di Wundt è apparso rapidamente superato soprattutto dalla conce¬zione individualista e funzionalista angloamericana, più vicina alle esigenze di comprensione pragmatica del comportamento nel quadro dello sviluppo della società industriale.
Nel mondo anglosassone sono del 1908 le prime due introduzioni sistematiche alla disciplina: la Psicologia sociale di Edward A. Ross (1866-1951), che si congiunge alla tradizione della psicologia delle folle ispirata da Gabriel Tarde (1843-1904) ed afferma una visione tendenzialmente sociologista, e l'Introduzione alla psicologia sociale di William McDougall (1871-1938)più incline ad una visione biologistica delle basi del comportameno (la psicologia ormica).
In McDougall si rileva una propensione individualistica che concepisce il comportamento sociale come risultante delle tendenze e capacità innate della mente umana.
In effetti il grande impulso che la psicologia sociale conobbe nei primi decenni del secolo soprattutto negli Stati Uniti si accompagna - paradossalmente - all'abbandono dei temi di grandissimo respiro antropo-sociale che pure, come abbiamo visto, ne avevano segnato le origini.
Ciò avviene in conseguenza del fatto che nella psicologia sociale la prospettiva individualistica poggia oltre che su una forte tradizione culturale (l'evoluzionismo darwiniano, mediato da Herbert Spencer, a cui lo stesso McDougall - al pari di altri - si richiama), su una sentitissima esigenza di incrementare la scientificità degli assunti teorici, distaccandosi del tutto dalla filosofia sociale ed adottando sistematicamente il metodo sperimentale; la conseguenza è quella di orientarsi verso paradigmi di analisi tanto più 'ristretti' quanto più verificabili.
Questa propensione pragmatica e funzionalista è alimentata nella psicologia sociale americana dalla convergenza tra individualismo e comportamentismo e dalla stretta adesione alla sperimentazione di laboratorio (che è alla base dell'approccio comportamentista).
Se ciò consentì alla psicologia sociale di acquisire identità disciplinare d'altra parte portò, negli Stati Uniti più che altrove - sostiene Carl Graumann - ad un certo "allontanamento dallo studio dei problemi sociali. Almeno nella pratica sperimentale essa ha isolato i soggetti dal contesto sociale; finché, in occasione delle crisi economiche e politiche, quali la Depressione del '29 o la Seconda Guerra Mondiale, l'urgenza dei problemi sociali travolse i puristi nei loro laboratori".
Fu il contributo di studiosi europei (in particolare di una folta schiera di ricercatori tedeschi che si erano dovuti allontanare dal loro paese a seguito dell'avvento del nazismo) a fornire nuove direzioni alla psicologia sociale americana. In particolare, di indiscutibile rilievo è il contributo di Kurt Lewin (1890-1947), profugo ebreo già docente presso l'Università di Berlino e membro della scuola della Gestalt.
L'appartenenza di Lewin alla scuola gestaltista costituisce un elemento essenziale per comprendere le ragioni della straordinaria influenza sul nuovo corso della psicologia sociale. La Gestalt si è da sempre caratterizzata per una spiccata propensione empirica che ha comportato un notevole sviluppo delle tecniche e metodologie sperimentali. Inoltre la Gestalt - anche in ragione della stessa natura dei problemi a cui è stata massimamente interessata (la percezione, in primo luogo) - si è caratterizzata in senso marcatamente fenomenologico e quindi anche di massima continuità con l'esperienza quotidiana.
Lewin, noto per la sua teoria di campo, trasferì nella psicologia sociale (in special modo nella psicologia dei gruppi) il principio dell'interdipendenza tra gli elementi presenti in un certo contesto sociale, sottolineando la supremazia del tutto (situazione o campo) sulle singole componenti.
L'impostazione lewiniana è stata di enorme importanza perché il suo modello teorico ed il complesso impianto metodologico che lo sostiene ha consentito notevoli, concrete applicazioni in diversi ambiti organizzativi e sociali in termini di studio ed intervento.
Lewin rappresenta un autentico rinnovatore della psicologia sociale e la sua importanza è testimoniata non solo dalla diffusione e qualità specifica delle sue opere quanto anche dalla consistenza e risonanza delle iniziative riconducibili alla scuola da lui avviata.
Un importante cambiamento che è in non piccola parte attribuibile all'influenza della concezione lewiniana concerne il superamento nell'ambito della psicologia sociale americana del paradigma comportamentista e il conseguente approdo all'approccio cognitivista.
Al riguardo del superamento delle posizioni comportamentistiche radicali e della valorizzazione dei processi cognitivi un altro autore imprescindibile è George H. Mead. Con lui il comportamento - non più mera risposta adattativa all'ambiente ma fondamento della comunicazione interpersonale (interazione simbolica) - diventa un importante strumento della costruzione sociale. La psicologia sociale di Mead è la psicologia del Self, dell'intersezione tra la dimensione individuale e quella sociale; con lui e con Lewin e a partire da loro si perviene all'attualità della psicologia sociale.

martedì 25 settembre 2007

la psicologia sociale tra natura e cultura

il comportamento sociale umano deriva da due grandi bacini di influenza: il condividere moduli comportamentali propri della specie homo (natura) e l'apprendimento di sistemi di riferimento derivanti dall'appartenenza a certi e non altri gruppi umani (cultura).
le culture umane si affermano in un tempo recentissimo (dal punto di vista evolutivo)se si tiene conto dell'enorme durata delle determinanti biologiche.
qui di seguito vi propongo - a titolo di sollecitazione intellettuale - l'idea del calendario cosmico di Carl Sagan. Potrete meglio riflettere sui processi evolutivi che ci portano oggi ad essere ciò che siamo e a pensare di essere ciò che siamo.



infine per avere qualche idea sulle conseguenze interpretative della visione evoluzionistica sul comportamento individuale sociale umano vi segnalo questo sito:

http://www.psicolab.net/index.asp?pid=art&cat=253&scat=254

e in particolare l'articolo: Cos’è la psicologia evoluzionistica?

Non fatevi sfuggire un'occasione di riflessione sull'impatto della teoria evoluzionistica (vedi Charles Darwin) sulla cultura contemporanea.

lunedì 24 settembre 2007

anno accademico 2007-2008



Benvenute/i!
Martedi 25 settembre iniziano i corsi di psicologia sociale per gli studenti del Sevizio sociale e per quelli della specialistica di Scienze dell'educazione.
Gli studenti di ambedue i corsi di laurea potranno utilizzare (mi auguro proficuamente!) le risorse (slides, appunti, commenti, ecc.) che immetterò in rete man mano che i corsi si svolgeranno.
Anche per la ragione che i corsi si svolgono parallelamente, alcuni appunti (i post) potranno essere indirizzati agli studenti di ambedue i corsi (i fondamenti della psicologia sociale valgono per tutti gli studenti).
Ovviamente tratterò anche argomenti differenziati ed in tal caso indicherò a chi è rivolto il post. Come poi potete notare spulciando tra i post precedenti, molto materiale risulta già inserito (materiali del corso per Servizio sociale 2006-07) e potrà essere utile in diverse circostanze. Sarà sempre mia cura segnalarvi cosa leggere o approfondire.
Ciò che conta è seguire il corso con continuità ed in progressione...e la fatica sarà ridotta all'essenziale!
Buono studio a tutte/i.

giovedì 24 maggio 2007

avviso per la prova del 29.05.07


ai fini della prova di martedi prossimo, raccomando a tutti di portare: penna, matita, gomma e temperamatita.
diffondete questo avviso presso chi conoscete

martedì 8 maggio 2007

la costruzione sociale della realtà (2^ parte)



Questa presentazione è il prosieguo di quella dedicata alla social cognition. Ambedue gli approcci - social cognition e psicologia culturale - concorrono ad illustrare ciò che si intende per costruzione sociale della realtà.
Il prossimo passo sarà quello di comprendere come i processi di influenza sociale si affermano in termini di dinamiche cognitive e di dinamiche culturali.

mercoledì 2 maggio 2007

la costruzione sociale della realtà. 1^ parte



Traendo spunto dalla lezione di oggi e riguardando questa presentazione, mettete a fuoco i termini frequentemente richiamati: categorizzazione, stereotipie, pregiudizi, atteggiamenti, attribuzione, cognizione, impressioni personali, ecc.
Cercate di acquisirne le possibili definizioni, rendendole vostre, ma in modo da apprezzarne il significato.
Se avete dubbi e difficoltà segnalatemele, come al solito, attraverso commenti in questo stesso post.

ultimo esercizio sui livelli di analisi



...e questa immagine che vi suggerisce? quali sono i livelli di analisi implicati?

sabato 28 aprile 2007

nuovo esercizio


vediamo con questa immagine se le cose vanno meglio.
provate anche qui a valorizzare i livelli di analisi psicosociale per cogliere le determinanti del comportamento dei protagonisti dell'immagine.
postate qui i commenti.

domenica 22 aprile 2007

esercizio di riscaldamento


vi propongo di iniziare a fare un po' di pratica con i livelli di analisi dell'interazione sociale e con i concetti presenti nelle diverse definizioni di psicologia sociale.
andate a riguardare l'immagine del post precedente, con la coppia maschio-femmina in cammino.
riguardatela attentamente, liberando la vostra mente e lasciando che vi vengano idee in ordine alla loro vita quotidiana, ai loro pensieri e a tutto ciò che li può riguardare e chiedetevi come leggere tutto questo in termini di psicologia sociale.
non vi chiedo cose impossibili ma solamente di provare a spiegare come i diversi livelli di analisi dell'interazione si riflettono nel loro comportamento, nei loro modi sociali di vivere e di pensare.
se vi vengono idee esplicative, anche se imperfette, sono ben accette.
inserite un commento a questo post cercando di rispondere a questa duplice domanda: "il comportamento di quegli individui è interpretabile ai diversi livelli di interazione? in quale modo?"
vi sarà utile per la prima verifica intercorso.
provare e sbagliare ora (che posso indirizzarvi e sostenervi) è meglio che sbagliare al test (quando sarete da sole).

venerdì 20 aprile 2007

ciao a tutti (in attesa di ripartire con l'aula)

in attesa di ripartire con l'aula, qualche osservazione e proposta di impiego del blog.
allo stato attuale l'accesso è aperto a 12 di voi mentre 13 sono stati autorizzati ma non hanno ancora provveduto ad entrare.
lo faranno.
mi auguro che l'approdo sia stato agevole.
ovviamente spero che questa modalità di perfezionamento del corso sia anche piacevole e che possiate già apprezzare i vantaggi dell'accesso al blog.
intanto perchè potrete essere aggiornati rispetto alle cose basilari del corso. Il blog serve per fornire comunicazioni ufficiali che valgono più delle voci di corridoio, mi raccomando! se qualcuno vi dice "ho sentito dire che.." fate una cosa, non dite niente, venite sul blog e guardate se la notizia di cui si dice compare in un post (immagino l'ultimo).
dopodichè avrete la risposta che conta: ovvero quella che appare sul blog,ma solo se compare.
l'altra funzione utile è quella di visualizzare alcuni aspetti tematici oggetto della lezione (o della lezione che non c'è stata).
non attendetevi sempre che il materiale presentgato sul blog sia esattamente quello presentato in aula.
sarebbe impossibile, per problemi di pesantezza dei materiali, caricare i file dei miei supporti didattici.
certamente, però, non mancheranno i riferimenti e gli spunti relativi ai temi importanti.
in ultimo, i commenti.
voi non siete autorizzati/e* (*poi mi consentirete un post scriptum al riguardo) a inserire post sul blog ma potete inserire commenti (vedi in basso).
intanto se avete la necessità di esprimere le vostre idee e sentimenti (pensieri ed emozioni, presenti anche nella comunicazione on line, o no?) e naturalmente, se avete bisogno di qualche mio chiarimento in ordine a quanto dico nello specifico post (se dedicato ad aspetti organizzativi del corso, o ad aspetti del programma o a specifici contenuti di studio).
dovete sapere che sono realmente disponibile e che apprezzo le persone che contribuiscono positivamente ad una migliore intelligenza delle relazioni sociali e dei contenuti di apprendimento.
che lo studio sia con voi.
a tal proposito, per tutte le lezioni del mercoledi, ci è stata assegnata l'aula magna al primo piano di via zamosch.



* adotterò da ora in poi, rivolgendomi genericamente a tutti voi, la finale in "e" piuttosto che in "i", non tanto per privilegiare la maggioranza (ovviamente femminile) quanto perchè preferisco sempre pensare di comunicare con delle persone piuttosto che con individui (riferimenti in psicologia sociale: categorizzazione e identità sociale, schemi cognitivi)

mercoledì 18 aprile 2007

livelli di analisi dell'interazione psicosociale




La psicologia sociale, possiamo sintetizzare, è lo studio sistematico delle relazioni tra individui e società, delle reciproche influenze tra gli individui, del comportamento che le persone sviluppano nell'ambito dei diversi gruppi ed organizzazioni.
Più in particolare il concetto di interazione tende a contrappuntare ciò che l'individuo percepisce, pensa e sente (ed il modo in cui agisce) e ciò che altri individui per lui significativi percepiscono, pensano e sentono (il modo in cui si comportano). Alla base di questa concezione vi è altresì l'assunto relativo alla capacità delle persone di essere consapevoli l'uno dell'altra e di influenzarsi a vicenda.
Consideriamo questi aspetti.
Ogni individuo, dal momento in cui nasce a quello in cui muore, non può sottrarsi alla sua 'condizione' di essere sociale, inserito come egli è in un circuito personale formato da gruppi ed organizzazioni.
Egli nasce e cresce presso una qualche famiglia (altrimenti è preso in cura da istituti sociali); è inserito in classi scolastiche; frequenta da adolescente certi e non altri gruppi di coetanei; lavora presso un'impresa, e così via. Anche il meno integrato socialmente tra gli individui ha una storia personale che è fatta di insospettabili legami con altre persone, gruppi ed organizzazioni (legami magari sostenuti dal rancore ed alimentati dal disprezzo, ma pur sempre legami).
Certamente lungo il percorso della propria vita cambiano i gruppi e le organizzazioni al cui interno l'individuo condivide con altri soggetti gran parte della propria esistenza.
In ogni caso è generalmente sempre possibile dare una risposta alla domanda: quel certo individuo - in questo momento - di quale gruppo è membro? A quali organizzazioni egli si riferisce? Ovvero quali altri individui (sociali) privilegia in termini di interazione? Ovvero, parafrasando il detto popolare "dimmi con chi vai e ti dirò chi sei", qual è l'identità sociale che l'individuo di fatto assume in relazione alle specificità del suo personale circuito sociale?
Ogni individuo, infatti, quando si relaziona con gli altri individui, si relaziona non tanto e soltanto come individuo isolato ma in quanto partecipe di un suo proprio circuito di relazioni.
Anche con riferimento ad un incontro casuale tra due individui, nella folla, vanno apprezzate, ai fini dell'analisi psicosociale, le influenze dei circuiti di appartenenza e di ciò che tali appartenenze determinano sulle modalità attraverso cui i soggetti interagiscono tra loro. L'abbigliamento (l'indossare una divisa o il possedere un determinato look), i tratti somatici (in quanto relativi ad appartenenze razziali, ma si pensi anche ad espressioni quali: "possiede tratti aristocratici" oppure "ha una faccia proletaria"), i modi della relazione (il comportarsi più o meno "volgarmente", ad esempio), sono tutti elementi della relazione interpersonale che rimandano ai livelli 'superiori' dell'analisi psicosociale.
Più in particolare è corretto affermare che noi interagiamo con persone piuttosto che con gruppi o con organizzazioni ma che, nell'interazione, sviluppiamo comportamenti che sono funzione dei nostri circuiti sociali.
Da un punto di vista più complessivo questo sistema assai articolato di interazioni può essere analizzato facendo riferimento ai livelli dell'analisi psicosociale.

Ovviamente, interessandoci delle relazioni più complesse (ad esempio, delle problematiche delle organizzazioni o del sistema sociale) dobbiamo tenere presente che l'analisi a questi livelli include, in quanto li presuppone, anche i livelli precedenti.
Ad esempio, se analizziamo un fenomeno sociale sistemico quale può essere costituito da una grave crisi internazionale o dallo scoppio di un conflitto militare, possiamo correttamente affermare che il contributo della psicologia sociale non può trascurare che nell'ambito dei paesi contendenti possono esistere organizzazioni e gruppi che assumono posizioni differenti rispetto all'opportunità ed ai modi del conflitto e che, a livello organizzativo, possono sussistere difformità di giudizio ed atteggiamento che coinvolgono gruppi ed individui.
D'altra parte anche i fenomeni più complessi che si osservano nella società hanno il loro fondamento nelle relazioni interpersonali in quanto il funzionamento della società è garantito dagli individui e dai loro comportamenti, interpretabili sulla base delle interdipendenze tra quegli individui ed i gruppi e le organizzazioni complesse di cui sono parte o antagonisti.
E' importante osservare, ma di questo si parlerà più approfonditamente in seguito, che nella prospettiva degli studi psicosociali tutte queste interazioni possono anche non realizzarsi sotto forma di vero e proprio contatto fisico ed interazione fattuale.
Esiste un ampio spettro di comportamenti sociali che corrispondono a processi di interazione simbolica che ciascuno di noi sviluppa con individui e gruppi a cui si sente vicino per sentimenti, valori ed ideologie più che per effettiva condivisione del tempo e dello spazio fisici.

Dunque, l'individuo è individuo sociale perché la base dei processi psicologici è l'individuo e tutti i suoi sentimenti, le sue cognizioni e i suoi comportamenti sono profondamente, intimamente influenzati dal campo sociale ovvero dalla storia dei suoi contatti con le emozioni ed i sentimenti, le idee, i valori ed i comportamenti di altri individui che a loro volta hanno sperimentato e sperimentano questa relazione ed altre ancora.
La psicologia sociale è di conseguenza volta ad indagare le interazioni con riferimento ad una complessità a sua volta derivante da tre componenti altrettanto complesse:
a. le reti delle relazioni interpersonali degli individui (includendo anche le relazioni che sono parte delle storie personali);
b. l'articolazione dei livelli a cui si sviluppano le interazioni (da quello faccia a faccia a quello organizzativo);
c. la molteplicità dei piani psicologici soggettivi che sono richiamati dalle predette esperienze di interazione sociale e la loro interdipendenza.

Riferiamoci a quest'ultimo punto.
Nell'interazione entrano in gioco, come abbiamo detto, emozioni e sentimenti, cognizioni e valori, aspettative e motivazioni, insomma un coacervo di fattori soggettivi di esperienza che contribuiscono significativamente a qualificare i comportamenti che si possono osservare.
La complessità deriva dalla numerosità dei possibili fattori soggettivi incidenti e, soprattutto, dalla loro intersezione.
Ogni episodio sociale, anche il più semplice (quale potrebbe essere dato dal fatto che due persone si stringono la mano) va dunque interpretato in termini di complessità e la psicologia sociale si interessa della complessità degli episodi elementari.
Tuttavia, e non disgiuntamente, la psicologia sociale ambisce ad identificare meccanismi elementari in processi che si presentano come complessi; si pensi ai conflitti sociali o ai conflitti, di natura più personale, che l'individuo si trova a dover affrontare di fronte a decisioni per lui rilevanti.
Se questi sono alcuni dei fattori di complessità che interessano i livelli d'analisi della psicologia sociale ve ne è un altro che ricade sul lettore non esperto e che non è relativo all'oggetto di studio (quale che sia l'aspetto della relazione individuo-società che viene affrontato) ma alla prospettiva dell'osservatore, nel nostro caso rappresentato dallo stesso psicologo sociale. La psicologia sociale è infatti un corpus teorico costituito da contributi assai diversi per prospettiva e modalità di approccio all'oggetto di analisi e per strumenti adottati, sicché intorno ad uno stesso tema si possono registrare posizioni che non è sempre agevole mettere insieme. Così come vi è complessità nella vita di un individuo e di un gruppo, così vi è complessità nella vita di una disciplina scientifica. E tale complessità è anche il risultato di una storia.

martedì 3 aprile 2007

programma


Obiettivi formativi:
Favorire una conoscenza “orientata al sociale” della Psicologia sociale, nei diversi contesti relazionali e comunicativi. Promuovere la capacità d'analisi delle dinamiche e dei comportamenti individuali, gruppali e collettivi e la sensibilità culturale essenziale per la pratica professionale.

Contenuto del corso:
➢ la psicologia sociale come psicologia della vita quotidiana
➢ processi e strategie della cognizione sociale: categorie, schemi, euristiche, il ruolo dei fattori motivazionali ed affettivi
➢ personologia ingenua: la formazione delle impressioni personali, l’attribuzione causale
➢ il sé e l’identità
➢ la relazione con l’altro: altruismo, comportamento d’aiuto, solidarietà, il problema della violenza e dell’aggressività
➢ la comunicazione e l’interazione: comunicazione non verbale, pratiche sociali, le rappresentazioni sociali, la comunicazione nella società di massa, pubblicità e propaganda
➢ stereotipi, pregiudizi e discriminazione nel contesto dell’evoluzione culturale e dei processi storico-sociali, le dinamiche interculturali, gli atteggiamenti
➢ persuasione ed influenza sociale: normatività, conformità ed innovazione, l’obbedienza all’autorità
➢ i gruppi e la relazione tra individui e gruppo e tra gruppi: caratteristiche distintive e tipologie gruppali, funzioni psicologiche dei gruppi sociali, la vita del gruppo, il lavoro di gruppo, cooperazione e conflitto, la leadership

Testi di riferimento: gli studenti possono adottare a scelta un qualsiasi manuale di livello universitario.
A titolo orientativo si segnalano i seguenti, tutti disponibili per consultazione ed apprezzamento, presso la biblioteca della Facoltà (http://ww2.let.unicas.it/sito/links/info/flf-info-biblio.html)
➢ L. Arcuri, Manuale di Psicologia Sociale, Il Mulino, Bologna 1996
➢ L. Mannetti, Psicologia sociale, Carocci Editore, Roma 2002;
➢ G. Mantovani, Manuale di psicologia sociale, Giunti, Firenze 2003