mercoledì 18 aprile 2007

livelli di analisi dell'interazione psicosociale




La psicologia sociale, possiamo sintetizzare, è lo studio sistematico delle relazioni tra individui e società, delle reciproche influenze tra gli individui, del comportamento che le persone sviluppano nell'ambito dei diversi gruppi ed organizzazioni.
Più in particolare il concetto di interazione tende a contrappuntare ciò che l'individuo percepisce, pensa e sente (ed il modo in cui agisce) e ciò che altri individui per lui significativi percepiscono, pensano e sentono (il modo in cui si comportano). Alla base di questa concezione vi è altresì l'assunto relativo alla capacità delle persone di essere consapevoli l'uno dell'altra e di influenzarsi a vicenda.
Consideriamo questi aspetti.
Ogni individuo, dal momento in cui nasce a quello in cui muore, non può sottrarsi alla sua 'condizione' di essere sociale, inserito come egli è in un circuito personale formato da gruppi ed organizzazioni.
Egli nasce e cresce presso una qualche famiglia (altrimenti è preso in cura da istituti sociali); è inserito in classi scolastiche; frequenta da adolescente certi e non altri gruppi di coetanei; lavora presso un'impresa, e così via. Anche il meno integrato socialmente tra gli individui ha una storia personale che è fatta di insospettabili legami con altre persone, gruppi ed organizzazioni (legami magari sostenuti dal rancore ed alimentati dal disprezzo, ma pur sempre legami).
Certamente lungo il percorso della propria vita cambiano i gruppi e le organizzazioni al cui interno l'individuo condivide con altri soggetti gran parte della propria esistenza.
In ogni caso è generalmente sempre possibile dare una risposta alla domanda: quel certo individuo - in questo momento - di quale gruppo è membro? A quali organizzazioni egli si riferisce? Ovvero quali altri individui (sociali) privilegia in termini di interazione? Ovvero, parafrasando il detto popolare "dimmi con chi vai e ti dirò chi sei", qual è l'identità sociale che l'individuo di fatto assume in relazione alle specificità del suo personale circuito sociale?
Ogni individuo, infatti, quando si relaziona con gli altri individui, si relaziona non tanto e soltanto come individuo isolato ma in quanto partecipe di un suo proprio circuito di relazioni.
Anche con riferimento ad un incontro casuale tra due individui, nella folla, vanno apprezzate, ai fini dell'analisi psicosociale, le influenze dei circuiti di appartenenza e di ciò che tali appartenenze determinano sulle modalità attraverso cui i soggetti interagiscono tra loro. L'abbigliamento (l'indossare una divisa o il possedere un determinato look), i tratti somatici (in quanto relativi ad appartenenze razziali, ma si pensi anche ad espressioni quali: "possiede tratti aristocratici" oppure "ha una faccia proletaria"), i modi della relazione (il comportarsi più o meno "volgarmente", ad esempio), sono tutti elementi della relazione interpersonale che rimandano ai livelli 'superiori' dell'analisi psicosociale.
Più in particolare è corretto affermare che noi interagiamo con persone piuttosto che con gruppi o con organizzazioni ma che, nell'interazione, sviluppiamo comportamenti che sono funzione dei nostri circuiti sociali.
Da un punto di vista più complessivo questo sistema assai articolato di interazioni può essere analizzato facendo riferimento ai livelli dell'analisi psicosociale.

Ovviamente, interessandoci delle relazioni più complesse (ad esempio, delle problematiche delle organizzazioni o del sistema sociale) dobbiamo tenere presente che l'analisi a questi livelli include, in quanto li presuppone, anche i livelli precedenti.
Ad esempio, se analizziamo un fenomeno sociale sistemico quale può essere costituito da una grave crisi internazionale o dallo scoppio di un conflitto militare, possiamo correttamente affermare che il contributo della psicologia sociale non può trascurare che nell'ambito dei paesi contendenti possono esistere organizzazioni e gruppi che assumono posizioni differenti rispetto all'opportunità ed ai modi del conflitto e che, a livello organizzativo, possono sussistere difformità di giudizio ed atteggiamento che coinvolgono gruppi ed individui.
D'altra parte anche i fenomeni più complessi che si osservano nella società hanno il loro fondamento nelle relazioni interpersonali in quanto il funzionamento della società è garantito dagli individui e dai loro comportamenti, interpretabili sulla base delle interdipendenze tra quegli individui ed i gruppi e le organizzazioni complesse di cui sono parte o antagonisti.
E' importante osservare, ma di questo si parlerà più approfonditamente in seguito, che nella prospettiva degli studi psicosociali tutte queste interazioni possono anche non realizzarsi sotto forma di vero e proprio contatto fisico ed interazione fattuale.
Esiste un ampio spettro di comportamenti sociali che corrispondono a processi di interazione simbolica che ciascuno di noi sviluppa con individui e gruppi a cui si sente vicino per sentimenti, valori ed ideologie più che per effettiva condivisione del tempo e dello spazio fisici.

Dunque, l'individuo è individuo sociale perché la base dei processi psicologici è l'individuo e tutti i suoi sentimenti, le sue cognizioni e i suoi comportamenti sono profondamente, intimamente influenzati dal campo sociale ovvero dalla storia dei suoi contatti con le emozioni ed i sentimenti, le idee, i valori ed i comportamenti di altri individui che a loro volta hanno sperimentato e sperimentano questa relazione ed altre ancora.
La psicologia sociale è di conseguenza volta ad indagare le interazioni con riferimento ad una complessità a sua volta derivante da tre componenti altrettanto complesse:
a. le reti delle relazioni interpersonali degli individui (includendo anche le relazioni che sono parte delle storie personali);
b. l'articolazione dei livelli a cui si sviluppano le interazioni (da quello faccia a faccia a quello organizzativo);
c. la molteplicità dei piani psicologici soggettivi che sono richiamati dalle predette esperienze di interazione sociale e la loro interdipendenza.

Riferiamoci a quest'ultimo punto.
Nell'interazione entrano in gioco, come abbiamo detto, emozioni e sentimenti, cognizioni e valori, aspettative e motivazioni, insomma un coacervo di fattori soggettivi di esperienza che contribuiscono significativamente a qualificare i comportamenti che si possono osservare.
La complessità deriva dalla numerosità dei possibili fattori soggettivi incidenti e, soprattutto, dalla loro intersezione.
Ogni episodio sociale, anche il più semplice (quale potrebbe essere dato dal fatto che due persone si stringono la mano) va dunque interpretato in termini di complessità e la psicologia sociale si interessa della complessità degli episodi elementari.
Tuttavia, e non disgiuntamente, la psicologia sociale ambisce ad identificare meccanismi elementari in processi che si presentano come complessi; si pensi ai conflitti sociali o ai conflitti, di natura più personale, che l'individuo si trova a dover affrontare di fronte a decisioni per lui rilevanti.
Se questi sono alcuni dei fattori di complessità che interessano i livelli d'analisi della psicologia sociale ve ne è un altro che ricade sul lettore non esperto e che non è relativo all'oggetto di studio (quale che sia l'aspetto della relazione individuo-società che viene affrontato) ma alla prospettiva dell'osservatore, nel nostro caso rappresentato dallo stesso psicologo sociale. La psicologia sociale è infatti un corpus teorico costituito da contributi assai diversi per prospettiva e modalità di approccio all'oggetto di analisi e per strumenti adottati, sicché intorno ad uno stesso tema si possono registrare posizioni che non è sempre agevole mettere insieme. Così come vi è complessità nella vita di un individuo e di un gruppo, così vi è complessità nella vita di una disciplina scientifica. E tale complessità è anche il risultato di una storia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e